Osteodistrofia Ipertrofica nel Rhodesian Ridgeback

L’osteodistrofia ipertrofica (HOD, osteopatia metafisaria, displasia metafisaria) è una malattia idiopatica dell’osso che può colpire il nostro Rhodesian Ridgeback, essendo una razza a rapido accrescimento, di età compresa fra i 2-6 mesi. Sembrano essere maggiormente colpiti i soggetti maschi. L’HOD nota anche con il nome di malattia di Moller-Barlow (o scorbuto canino), non è causata da una ipovitaminosi C. Tra le varie ipotesi eziopatogenetiche formulate ricordiamo: l’ipernutrizione con eccessi di vitamina D, di proteine, di alimenti calorici, di integrazione minerale, la carenza di rame, agenti infettivi, (in particolare il cimurro), le reazioni post-vaccinali (sempre al vaccino per il cimurro).

Sintomatologia

La condizione clinica è caratterizzata da valgismo e tumefazioni bilaterali a carico delle metafisi distali di radio, ulna e tibia, che alla palpazione risultano dolenti, calde, edematose. Si associano sempre segno clinici sistematici ( febbre, depressione dello stato del sensorio, anoressia, riluttanza al movimento, scarso appetito) e zoppia simmetrica, più marcata a carico degl’arti anteriori. La febbre nella fase acuta della malattia è bifasica. L’anamnesi a volte riporta episodi di diarrea e/o fenomeni respiratori (scolo nasale, tonsillite, polmonite). Di solito risponde bene a un primo trattamento terapeutico, ma spesso si osservano ricadute nelle settimane successive. È  possibile anche un interessamento di altre sedi come: mandibole, costole, scapole, ossa metacarpali.

Diagnosi

La diagnosi è confermata dall’esame radiografico. Esso evidenzia negli stadi iniziali a carico delle ossa coinvolte aree radiolucenti irregolari separate dalla fisi da una striscia radiopaca a cui farà seguito, nelle fasi avanzate, una neoformazione ossa periostale e mineralizzazione dei tessuti molli perimetafisari che conferisce un aspetto deforme del profilo osseo (manicotto extraperiostale). Gli esami ematochimici permettono di rilevare un leucogramma da stress ed un innalzamento dei parametri di flogosi (fibrinogeno, proteina C reattiva). Può essere utile una emocultura, specialmente nei casi gravi. La diagnosi differenziale va posta nei confronti dei disordini giovanili dell’osso: osteocondrite dissecante, panosteite, displasia del gomito, poliartrite, settica e non settica, osteocondrodisplasia, ritenzione della cartilagine encondrale e metafisite settica.

Terapia

Non esiste una trattamento specifico per l’HOD. Nei soggetti con lieve osteodistrofia metafisaria la malattia è autolimitante; tuttavia per evitare il ripresentarsi di recidive è importante instaurare un protocollo terapeutico volto a correggere lo squilibrio nutrizionale  a ad eliminare il dolore. Si può far ricorso a una dieta più “povera” di proteine, addizionata di vitamina C, e l’aggiunta giornaliera di condroprotettori (per favorire il rimodellamento osseo). La fluidoterapia è molto utile e importante nelle situazioni caratterizzata dalla presenza di sintomi sistemici. I corticosteroidi sono controindicati per la possibile eziologia virale. Nei soggetti gravemente colpiti si consiglia di ricorrere anche alla associazione antibiotica cefazolina e metronidazolo.

 

N.B: Tutti queste considerazioni sono basate sui miei studi inerenti a questa meravigliosa razza che allevo ormai da tanti anni, e dalle mie esperienze come allevatore. Ci tengo a precisare però, che prima di emettere qualsiasi diagnosi, o prima di procedere con qualsiasi tipo di terapia, è necessario rivolgersi a un medico veterinario.

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